578 gr, Polyester and family's fights

578 gr, Polyester and family's fights

Ogni giorno, più volte al giorno, mi fermavo su quella bilancia. Misuravo, non tanto il mio corpo ma la mia "bravura". Mi svegliavo la notte e, per calmare la mia ansia, salivo su quel piedistallo. Solo allora provavo emozioni .. che luogo così strano era!

Peso.
Quanto peso oggi? In un'ora?
Alla fine della giornata?
Anche piccole fluttuazioni sembrano cruciali. Ogni errore relativo non può essere trascurato dagli scienziati, tantomeno da me. Senza vestiti il ​​corpo appare solo una massa che, come tale, è soggetta alla misura.
Carne senza ricordi, emozioni, identità.

Un insieme di vestiti si trovano lì, fuori dal mio armadio. A volte è necessario sbarazzarsi dei "pesi" superflui. Una massa senza forma, fatta di pieghe e di flessioni, spaccature. Un po 'come la mia memoria.
Per ogni indumento un ricordo. Per ognuno che scarto, rivivo una sensazione che così deposito. Dopo anni è il momento di crescere, non sono più chi ero, non indosso più quei vestiti, quella maschera.

La misura è parte di me. Contare, numerare mi soddisfa; non posso, non voglio misurarmi, il mio corpo, la mia massa, le mie capacità, ma posso misurare la mia esperienza, dando così un ordine, mettendo punti dove prima sono state scritte solo virgole.

Ogni materiale è soggetto alla forza di gravità e, pertanto, cade. Ecco come lo vedo: un guscio vuoto, un involucro senza corpo, un corpo che è cambiato e non esiste più.

L'immagine fa parte di un progetto più grande incentrato sul rapporto tra la società contemporanea e la misura scientifica: una strana connessione che sembra salvare l'uomo dall'incertezza e dall'ansia, ma in realtà li spinge all'ossessione.

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