Le maschere di mio padre
Lo scorso maggio, Ludovica e io abbiamo avuto il privilegio di assistere a quanto avviene dietro le quinte di "Arlecchino servitore di due padroni", dove il ruolo principale è recitato da suo padre.
In questo lavoro abbiamo voluto catturare un'espressione di intimità dietro una produzione teatrale di fama mondiale e che occupa un posto speciale nella storia del teatro.
Ludovica ha raccontato quello che "Arlecchino" significa per lei, usando parole che veicolano il linguaggio universale della messa in scena teatrale:
"La prima volta che mi sono trovata dietro le quinte di un teatro è stata circa trenta anni fa, al Piccolo Teatro di Milano. Lo spettacolo era, naturalmente, "Arlecchino servitore di due padroni", con mio padre, Ferruccio Soleri, nel ruolo di Arlecchino.
Quello che ricordo più vividamente è un odore distinto. Solo dietro le quinte si può sentire quell'odore specifico che combina il legno consumato del palco, il velluto del sipario, e il sudore delle persone. L'odore dietro le quinte di "Arlecchino" è reso ancora più unico dalla presenza delle maschere di pelle. Questa combinazione è magica e ogni volta mi fa sentire a casa.
Lo spettacolo è conosciuto il tutto il mondo ed è stato messo in scena in tutti i continenti. "Arlecchino servitore di due padroni" è lo spettacolo più noto di Carlo Goldoni ed è stato reso ancora più famoso dalla regia di Giorgio Strehler.
Mio padre recita in questo spettacolo dal 1963. Dopo 54 anni nello stesso ruolo, è stato menzionato nel World Guinness Record. "Arlecchino Servitore di due padroni" è lo spettacolo italiano più famoso è più recitato al mondo. Tutto quello che ho imparato sul teatro è avvenuto grazie a mio padre e al tempo che ho trascorso dietro alle quinte dello spettacolo. Ho imparato il vero significato della Commedia dell'Arte e dentro di essa si trova un intero mondo. Recitare, ed esibirsi in generale, richiede delle capacità che la Commedia dell'Arte fornisce in modo completo. Poi ci sono le maschere. Devi imparare a padroneggiare il tuo corpo perfettamente e a modulare la tua voce in modo tale che compensi la mancanza di espressione facciale che la maschera non svela. Strehler ha detto, una volta, che non sarai mai un grande attore finché non avrai padroneggiato le maschere.
Questo spettacolo rappresenta tutto questo e il personaggio di Arlecchino ne è il simbolo. Costituisce una splendida combinazione di culture e tradizioni, poesia e battute, mimo e danza che affascinano gli spettatori di ogni età e provenienti da ogni parte del mondo. Un altro elemento fondamentale nella Commedia dell'Arte è l'improvvisazione. Ogni sera alcuni attori della compagnia, oppure tutti, improvvisano. A volte si decide durante le pause. Mio padre dice sempre che non sa mai con certezza quello che accadrà. Ogni volta lo spettacolo cambia, il pubblico cambia e le improvvisazioni cambiano.
Ora mio padre ha 88 anni e ho assistito alla sua improvvisazione più lunga di sempre. Ho pianto e insieme riso. La sua recitazione è senza tempo e senza età.
Ogni volta che assisto allo spettacolo provo un'emozione che è suscitata dalla consapevolezza di quanta passione, talento e disciplina debbano convivere dietro alla maschera. Niente è lasciato al caso.
Il costume variopinto di Arlecchino, con le sue toppe, è così vitale che non ha eguali. Lo spirito infantile che abita il costume porta il sorriso a chi lo guarda e aiuta mio padre a rimanere giovane e appassionato.
Questo spettacolo occupa un ruolo speciale nelle cultura italiana, per ciascuno che abbia avuto il privilegio di assistere a una messa in scena, o a mille per una vita intera. "(Ludovica Soleri)
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