di-sè-gno

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DI-Sé-GNO PER LE NUVOLE ARTE CONTEMPORANEA
Una piccola mostra in una piccola galleria. Un buon esordio curato nei minimi particolari. Daniela Politelli parla di sé e di segni. Con pochi disegni….Disegni? Nessuno o quasi. Ce n'è uno solo che assomiglia ad una grafica, rappresenta un uomo seduto visto dall'alto, ma si riconosce a stento che il tratto è ottenuto con sei penne diverse. Nell'allestimento di Daniela Politelli (Napoli, 1979) il disegno c'è, ma è tridimensionale. È un'interpretazione del disegno come proiezione mentale di uno scenario, ciò che avviene quando si immagina qualcosa. Un segno che si materializza non più sulla carta ma nello spazio, che trova le sue direttici in assi cartesiani tracciati con cavetti d'acciaio e si concretizza in una cima di nylon che segue il suo percorso descrivendo oggetti quotidiani. In questo caso, l'installazione principale della mostra rappresenta due sedie che si affiancano, disposte ad elle, quasi in atteggiamento conversativo, ma una è ancorata all'asse orizzontale, a sottolineare il suo legame con la terra, con la materialità, l'altra a quello verticale nell'aspirazione ad un rapporto con il cielo, con lo spirito.

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