...Pescia la città dei fiori...!!!
La città di Pescia si trova presso il limite nord-occidentale della Valdinievole, (di cui ne è lo storico capoluogo) a breve distanza dal confine della provincia di Pistoia con Lucca. Il suo territorio si estende lungo la valle del fiume Pescia; è rinomata per la floricoltura e per il commercio dei fiori, la produzione della carta, per la frazione di Collodi, la località dove Carlo Lorenzini (Carlo Collodi, Pinocchio) trascorse parte dell'infanzia, e per il Palio dei Rioni, gara di tiro con l'arco con relativo corteggio storico che vi si tiene ogni prima domenica di settembre. Polo scolastico più importante del comprensorio, sede vescovile e amministrativa della Valdinievole.
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a 6,1 °C, mentre la temperatura media del mese più caldo, luglio, fa registrare il valore di 23,1 °C.
Le precipitazioni medie annue, attorno ai 1.200 mm e distribuite mediamente in 106 giorni di pioggia, presentano un minimo relativo in estate, un picco in autunno ed un massimo secondario tra l'inverno e la primavera.
Storicamente Pescia si è sviluppata a partire da due nuclei funzionali differenti: quello dedicato alla vita pubblica ed al commercio si affaccia sulla riva destra del fiume Pescia, quello dedicato alle attività religiose e monastiche, invece, si estende sulla riva sinistra. Il primo nucleo si concentra simbolicamente nella grande Piazza Mazzini, nel Palagio e nei torrioni, il secondo nel Duomo e nella Porta Fiorentina (1732); i due centri, attorno ai quali si sviluppano una fitta rete di vicoli e rughe, sono connessi fra loro dal caratteristico Ponte del Duomo.
Secondo alcuni ritrovamenti archeologici e testimonianze scritte, si presume che Pescia sia stata fondata dai longobardi, che qui vi posero un insediamento. E appunto il nome del fiume omonimo prima e dell'insediamento poi deriva da un adattamento latino di una parola longobarda, pehhia, dalla radice germanica *bak- che significa fiume, torrente (cfr. tedesco Bach e inglese beck).
Poco più di tre secoli dopo la fondazione dell'abitato, Pescia, indipendente, rimase coinvolta quindi negli scontri tra guelfi e ghibellini. Di parte ghibellina, venne a scontrarsi con Lucca, di parte guelfa, e venne invasa e distrutta nel 1281, ma già pochi anni dopo cominciò la ricostruzione con l'aiuto degli stessi lucchesi. Durante il medioevo Firenze e Lucca si contesero la città, il cui comune sorgeva al confine tra le due repubbliche. Dopo un tentativo d'invasione fallito da parte di Pisa, la città passò sotto il dominio della Repubblica di Firenze.
L'economia della città si basava principalmente sull'allevamento del gelso e del baco da seta, di cui si racconta che sia stato importato segretamente dall'Oriente per la prima volta in Europa proprio dal pesciatino Francesco Buonvicini.
Nel 1519, la Pieve di S. Maria di Pescia fu elevata al rango di prepositura e il preposto divenne "nullius", ossia esercitava pressoché tutte le funzioni sacramentali e giuridiche del vescovo.
Il 19 febbraio 1699 il Granduca di Toscana Cosimo III de' Medici la elevò al rango di città.
Nel 1727, la diocesi di Pescia, guidata dal "preposto nullius", divenne sede di un vescovo, direttamente dipendente dalla Santa Sede.
Napoleone Bonaparte transitò con il suo esercito nella Valdinievole e sostò a Pescia; ordinò però la riconversione della produzione agricola, facendo sostituire la tradizionale produzione della seta con la barbabietola da zucchero per l'approvvigionamento del suo esercito, arrecando grave danno all'economia cittadina.
In seguito all'unione del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana nel 1849, Pescia e la Valdinievole vennero inseriti nel compartimento di Lucca, che in seguito all'unificazione italiana divenne la provincia di Lucca. La città rimase in ambito lucchese fino al primo dopoguerra quando, in seguito alla creazione della provincia di Pistoia, l'8 gennaio 1927 venne deciso il passaggio della Valdinievole alla neonata provincia.
I bombardamenti della Seconda guerra mondiale danneggiarono molto gravemente Pescia, poiché si trovava a ridosso della linea Gotica e le truppe naziste in ritirata minarono vari edifici del centro abitato e fecero saltare tutti i ponti sul fiume. La completa distruzione della città, che pure i tedeschi avevano minacciato, fu evitata grazie all'impegno e alla mediazione del Vescovo Angelo Simonetti.
In seguito la città si riprese rapidamente, e venne costruito il Mercato dei Fiori Vecchio e in seguito il Mercato dei Fiori Nuovo, iniziando il commercio dei fiori nel mondo.
Pescia è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale. I coniugi Umberto Natali e Amina Nuget salvarono la vita a tre sorelle ebree rifugiatesi in città da Firenze e per questo, il 26 novembre 2003, sono stati insigniti dell'alta onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme.[9]
Gli edifici cittadini principali sono il Palazzo del Vicario (sec. XIII-XIV), attuale sede del municipio comunale, con la sua torre campanaria, il Palagio o Palazzo del Podestà (edificato tra il XII ed il XIII secolo, è ora sede della gipsoteca “Libero Andreotti”), la Villa Sismondi (sede della Biblioteca comunale), il Duomo (intitolato a Santa Maria Assunta), la chiesa di San Francesco in stile gotico, l'oratorio della Madonna di Pie' di Piazza, edificato nel XV secolo su disegno di Andrea Cavalcanti detto il Buggianino, il Teatro comunale Giovanni Pacini (disegnato dall'architetto pesciatino Giovanni Antonio Tani nel 1717 e poi più volte ristrutturato), l'Ospedale (edificato in diverse epoche e dedicato ai Santi Cosma e Damiano) e la Villa e Giardino Garzoni (sec. XVI) a Collodi.
Per l'architettura moderna sono rilevanti il Mercato dei Fiori Vecchio che si riallaccia ai temi del razionalismo italiano del secondo dopoguerra (disegnato da un team di architetti diretti da Leonardo Savioli e Leonardo Ricci e realizzato nel 1951) ed il Comicent, attuale sede del mercato dei fiori, progettato nel 1968 e realizzato nei pressi della stazione ferroviaria cittadina.
Il centro storico di Pescia è diviso in quattro quartieri: Ferraia (Piazza Mazzini, Ruga degli Orlandi, Piazza Santo Stefano), San Francesco (Piazza San Francesco, via Cesare Battisti, Ricciano), Santa Maria (Piazzetta Ducci - popolarmente nota come "Sdrucciolo del Duomo", via Giuseppe Giusti, via Giovanni XXIII) e San Michele (Borgo della Vittoria, via Giovanni Amendola, Casacce); i quattro quartieri si sfidano a settembre nel Palio dei Rioni.
Nella località di Collodi, oltre alla Villa Garzoni, è presente il Parco di Pinocchio progettato da Pietro Porcinai con opere di Emilio Greco (Pinocchio e la Fata), Venturino Venturi (Piazzetta dei Mosaici), Pietro Consagra (il Carabiniere, il Gatto e la Volpe e il Serpente), Marco Zanuso e Augusto (Bobo) Piccoli (il Grande Pescecane). All'esterno del Parco, Giovanni Michelucci ha disegnato la struttura dove ha sede il ristorante Osteria del Gambero Rosso.
Sono interessanti anche la villa La Guardatoia, la cappella Scaglietti-Arcangeli, la Casa del Fascio e il teatro Pacini di epoca settecentesca.
All'interno della chiesa di San Francesco si conserva una pala d'altare del pittore lucchese Bonaventura Berlinghieri, dipinta nel 1235 e rappresentante sei episodi della vita di San Francesco d'Assisi. Particolare interessante di questo dipinto è che risulta essere uno dei pochissimi realizzati da un contemporaneo del Santo e giunto fino a noi; si ritiene, quindi, che tale opera possa raffigurare un'immagine prossima a quella originale del Santo.
Pescia è collegata a Lucca e Pistoia mediante autocorse CTT Nord che transitano sulla ex strada statale 435 Lucchese.
Nel 1907 fu inaugurata la linea tranviaria Lucca-Monsummano, che proprio in Pescia vedeva la propria località principale. Con le diramazioni della stessa verso la stazione FS, ed Alberghi Zei, inaugurati rispettivamente nel 1910 e 1911 Pescia si trovò ad ospitare una vera e propria rete tranviaria. La tranvia fu chiusa progressivamente fra il 1938 (Pescia-Monsummano e diramazioni) ed il 1957 (Lucca-Pescia). Presso l'attuale rotatoria ubicata in corrispondenza dello sbocco di Viale Marconi (strada provinciale Mammianese) è tutt'oggi presente l'edificio che ospitava la rimessa tranviaria, restaurato rispettando la foggia originale del fabbricato e destinato ad appendice dell'attiguo centro commerciale.
Inaugurata nel 1848[15], dal 1908 la stazione ferroviaria è ubicata sulla ferrovia Viareggio-Firenze ed è interessata dal traffico passeggeri regionale gestito da Trenitalia in accordo con il contratto di servizio stipulato con la Regione Toscana. Presso la stazione era presente un binario di raccordo con lo scalo merci FS destinato al trasbordo del carbone necessario, fino a metà degli anni venti, ad alimentare la centrale elettrica tranviaria[16].
Commenti 3
Un abbraccio.
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