Memorie
tradizione) un copriletto, lavorato a mano, con la tecnica del tombolo; e due
lenzuola, sempre ricamate a mano… ovvero la biancheria da letto.
Sulle pareti laterali due schermi, congegnati a mo’ di cornici, nei quali vengono trasmessi
due video, rallentati per rendere l’idea di istantanee, ove mani operose, le mani delle mie
nonne, sono impegnate a lavorare i ferri.
Il tutto è posto a ricreare un altare.
Mi pare che in questo momento, si senta il bisogno di rapportarsi alla storia, alle
radici di una civiltà individuale e più generica, con un atteggiamento, però, non
nostalgico o consolatorio,ma allegorico e intimo.
Soffermandomi sulla trasmissione di specifiche immagini del passato, simboliche, intime,
casalinghe e affettive, in questo lavoro rivaluto un’idea di femminilità attraverso il “Corredo
nuziale”, che è simbolo di preservazione, di conservazione nel tempo, dell’identità familiare.
Espressione dei lasciti del passato tanto quanto oggetto di ripetute e mutevoli interpretazioni,
è un patrimonio; un filamento che collega nella sfera casalinga, vite, passioni, diversità, in un
sentimento mnemonico, e esperienza, strumenti, manualità, nel senso pratico.
Una traccia, che permette di apprendere dalla consapevolezza del trascorso e di perseguire nel
futuro una realizzazione di promesse, che il passato ha lasciato; capace, allo stesso tempo, di
aprire un nuovo filone di esperienze analoghe.
Manufatti che ci rendono capaci di conservare tracce delle esperienze passate e di avere accesso
a esse nel ricordo.
Se da un lato il fluire della vita nel tempo comporta effetti che condizionano l’avvenire, dall’altro
è il presente che dà forma al passato, ordinando, ricostruendo e interpretandone i lasciti.
La cellula elementare di queste pratiche è costituita dall’atto narrativo, di fatto come in una
fiaba, si ricama una vicenda che dal ricordo salta alla bugia, riprende reminiscenze e le colora
con la fantasia, che diviene a sua volta, passando per generazioni e generazioni, verità.
Gli oggetti di cui sto parlando, sono carichi di vicende, sentimenti, legami; quasi come dei
feticci, colmi di potenza sacra, ornano un folclore, che vede la donna capostipite della ricchezza,
non solo allusiva, familiare. Donna, quindi, vista come scrigno, della successione geriarcale.
L’essenza, che si consegue dopo anni e anni di accalcamento di beni, da consegnare alla propria
bambina, è un augurio, un desiderio, per quest’ultima, di una vita raggiante, e un dovere, se pur
figurativo, al non obliare.
Sebbene, in questa video istallazione, sconsacro la concezione stessa di “Corredo”, non
avvalendomene, per la prima notte di nozze (come vuole la consuetudine), l’obbiettivo e quello
di porre lo spettatore dinnanzi ad un folclore sia personale che più universale, benché vi è una
sostanziale differenza culturale, nei modi e nelle usanze, non solo tra paese e paese, ma addirittura
tra famiglia e famiglia.
Istallando ciò che mi spetterà, e che ha fatto già parte della vita di quattro generazioni.
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