"BACCO"
L'illustrazione rappresenta la divinità pagana di Bacco, eseguita con pastelli secchi su cartoncino ruvido e poroso. Nella mia interpretazione, ho immaginato il volto del dio che si nasconde tra rigogliosi rami di vite, circondati da abbondanti grappoli d'uva. Bacco guarda lo spettatore dritto negli occhi, in modo determinato e beffardo, come se volesse uscire di sorpresa tra la vegetazione che lo circonda. La sensualità dell'immagine è caratterizzata dall'espressione delle labbra, rosse e carnose, dalla folta barba che si intreccia tra le foglie di vite. Il suo sguardo ipnotico è messo in risalto dall'azzurro degli occhi: infatti nessuno poteva sfuggire al fascino delle tentazioni del dio dell'ebbrezza. ORIGINI DEL MITO. Per i Greci Dionisio o Bacco, è una delle grandi divinità dell'Olimpo. Nacque da Zeus e Semele, figlio di Cadmo. Si narrava che questa, per volontà sua o per fraudolento consiglio di Era, avesse chiesto a Zeus di apparirle in tutto il suo splendore, ma rimase incenerita dalla visione del fulmine di Zeus. Dionisio, che era ancora nel grembo materno, fu salvato dal rogo grazie al padre, che lo cucì dentro la sua coscia, da cui nacque dopo una seconda gestazione divina. Dionisio era considerato l'inventore della vite, del melo, del vino, della birra; gli si attribuiva inoltre la crescita e il rinnovarsi della vita dei fiori e degli alberi. Il vino, da lui donato agli uomini, era per i Greci, la bevanda che faceva dimenticare gli affanni, che creava gioia nei banchetti, che induceva al canto, all'amore, nonché alla follia e alla violenza e che, nel sacrificio, era strumento tra uomini e dei. Le sue epifanie erano caratterizzate dal polimorfismo: era toro, leone, serpente, capretto, barbaro e greco, giovane e vecchio, femmineo nel vestire e nei capelli fluenti. Bacco era invocato nei riti perché rinnovasse il ciclo della vita vegetale, tornasse a far scorrere il vino, rendendosi personalmente presente tra gli uomini.
"BACCO"
Nella mia interpretazione, ho immaginato il volto del dio che si nasconde tra i rigogliosi rami di vite, circondati da abbondanti grappoli d'uva. Bacco guarda lo spettatore dritto negli occhi, in modo determinato e beffardo, come se volesse uscire di sorpresa tra la vegetazione che lo circonda. La sensualità dell'immagine è caratterizzata dall'espressione delle labbra, rosse e carnose, dalla folta barba che si intreccia tra le foglie di vite. Il suo sguardo ipnotico è messo in risalto dall'azzurro degli occhi: infatti, nessuno poteva sfuggire al fascino delle tentazioni del dio dell'ebbrezza.
ORIGINI DEL MITO.
Per i Greci Dionisio o Bacco, è una delle grandi divinità dell'Olimpo. Nacque da Zeus e Semele, figlia di Cadmo. Si narrava che questa, per volontà sua o per fraudolento consiglio di Era, avesse chiesto a Zeus di apparirle in tutto il suo splendore, ma rimase incenerita dalla visione del fulmine di Zeus. Dionisio che era ancora nel grembo materno, fu salvato dal rogo grazie al padre, che lo cucì dentro la sua coscia, da cui nacque dopo una seconda gestazione divina.
Dionisio era considerato l'inventore della vite, del melo, del vino, della birra; gli si attribuiva inoltre la crescita e il rinnovarsi della vita dei fiori e degli alberi. Il vino, da lui donato agli uomini, era per i Greci la bevanda che faceva dimenticare gli affanni, che creava gioia nei banchetti, che induceva al canto, all'amore, nonché alla follia e alla violenza, e, che, nel sacrificio era strumento tra uomini e dei.
Le sue epifanie erano caratterizzate da polimorfismo: era toro, leone, serpente, capretto, barbaro e greco, giovane e vecchio, femmineo nel vestire e nei capelli fluenti. Bacco era invocato nei riti perché rinnovasse il ciclo della vita vegetale, tornasse a far scorrere il vino rendendosi personalmente presente tra gli uomini.
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