Who made who? A journey in contemporary phallic hyper-connectivity.
Arte contemporanea e arte del passato coesistono, mostrandosi grazie alla potenza della rete e privati della distanza temporale e spaziale originaria.
La forza delle prime pitture rupestri, materializzata nell'atto del rappresentare, si imponeva sacralmente sul divenire, scongiurando timori e anticipando desideri. Lontani dalla sopravvivenza e sganciati dal contingente, siamo immersi nell'onnipresente connettività, senza la quale si minaccia la nostra stessa esistenza, concettuale, fisica, sociale, espressiva.
Onnipotenza resa possibile dalla tecnologia, o implicita forma di controllo e dominio resa possibile dagli stessi dominati. Nella discarica immaginifica dove il contesto liquido si avvia verso una totale assenza, possiamo percepire e distinguerne la forza quando ad essa tentiamo di sottrarci.
Dionisiaco delirio di onnipotenza onnipresente e onnicomprensiva, l'immagine è forse ancora in grado di “giocare” con l'osservatore, in fondo non si è mai risolta la dialettica dominante-dominato.
Presentato a Livorno nel 2019, il progetto fotografico Who made who, vuoe porsi come forma di riflessione verso l'uso e l'abuso delle tecnologie della comunicazione, in particolare in questa fase di aumento dei limiti dei campi elettromagnetici da 6 a 15V/m. Rischi per la nostra salute? Necessità o obbligo di usufruire della rete 5G? Possibilità di ipotizzare scenari diversi?
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