Paqarina
Paqarina è una parola quechua che per la cosmografia andina rappresenta il nome dei "passaggi", gli interstizi, le vie naturali di comunicazione tra questo modo e il mondo sotterraneo, mondo al di sotto.
Citando un breve saggio di M. Polia sul Perù preincaico: "Attraverso queste aperture, come una corrente d'effluvi, i princìpi spirituali degli antenati passano dall'utero della Madre Terra, concepito come caverna...
Ancora oggi le giovani di Ayacucho, quando si recano ad attingere acqua alle fonti, si stringono la gonna tra le gambe per non essere penetrate dal wari, il potere sacro che proviene dal sottosuolo, concepito come un soffio."
Paqarina nasce dalla necessità di trasporre in bidimensione un progetto ambientale. Emerge dalla terra cio' che vi è stato nascosto da un uomo, da un bambino o da un cane, si tratta del ritrovamento di una sepoltura.
La bottiglia è fallo e canocchiale ficcato.
La mosca è la traghettatrice.
Il tarassaco è un fiore molto comune anche in città, quando ero bambino chiamavo i semi del tarassaco "paracadutisti" e come tali continuo a immaginarli: messaggeri che sfruttano il vento, lo stesso vento che spoglia il tarassaco.
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