Prigioniera dei riflessi
E' la materia sensibile- materia inerte e carne, scrive Weil- il vaglio del reale nel pensiero: è la carne che lavora la materia, e vi aderisce fino a diventare essa stessa materia docile...
Ma la centralità dell'opera la cogliamo nel DESIDERIO, che diventa ricerca, scandaglio dell'anima, tensione amorosa e istanza di infinito.
Un travaglio intimo, giocato sul piano della sensualità femminile... una metafora dell'essere in una dissoluzione della forma con l'esasperazione intellettuale incapace di custodire gli appagamenti ed i piaceri offerti dal convenzionale.
Oltre il sogno, oltre la magia fino allo smembramento della fisicità dove gli spazi hanno in sospensione fantasmi, sagome, il doppio di noi stessi tra realtà e follia, oltre ogni immaginazione... e noi PRIGIONIERI DEI RIFLESSI.
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