Installazione, Natura morta, Materiali vari, 90x210x120cm
Ho preso questo letto in un vecchio manicomio abbandonato. Intorno c’erano le tracce di chi oggi andava a ripararsi dal freddo in quelle stanze. Osservando il contesto ho pensato che la memoria di un letto su cui generazioni di pazzi hanno dormito all’inizio del Novecento fosse così forte che chi vi si addormentasse oggi potesse continuare a sognare gli stessi sogni di chi su quel letto ci ha passato anni. Così ho costruito un intreccio di filo sospeso sopra il letto come fosse la traccia di un sogno filamentoso. (Questo lavoro fa parte del ciclo «Le considerazioni sugli intenti della mia prima comunione restano lettera morta»)
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celeste,
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