cages
le “cages” sono delle "gabbie" internamente rivestite in specchi. Rappresentano spazi chiusi, che si ripetono nella infinita moltiplicazioni degli specchi, dando l’impressione di essere illimitati, in effetti riflettono solo se stessi, dietro a delle sbarre. Lo spazio carcerario rappresenta il luogo di punizione, per questo le cages, sono vuote o solo attraversate da un elemento come una catena o un’altra sbarra, non è importante la descrizione dello spazio con i suoi oggetti, lo spazio diventa mentale, è un’area, può essere infinita o ripercorrere solo se stessa, i suoi pensieri, ma comunque riflette una condizione personale, ognuno si specchia e può vedere se stesso ripetuto all'infinito. Noi abbiamo solo l’impressione dell’infinito, non lo conosciamo, è una condizione spaziale e basta. Le luci delle cages si accendono intermittenti come per buttarci nello sconforto del buio, uno spazio sconosciuto e subito dopo ripresentarci l’infinita riflessione del nostro corpo negli specchi.
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