Un viaggio attraverso la provincia del nord Italia fatto di spazi e tracce lasciate dall’essere umano che le abita. Un percorso nato da un’esigenza di documentare luoghi di transito apparentemente privi di vita ma carichi di una forte tensione introspettiva. Ricco di parallelismi con una certa tipologia di “immagine” di provincia americana, è all’interno del viaggio il punto esatto da cui nasce la mia ricerca. Non è né l’inizio né la meta, ma ciò che avviene mentre si percorre una strada. Spesso capita di perdersi attraverso il vetro di una macchina, o quello di un piccolo treno regionale, in cui la visione del paesaggio è ancora consentita. Vedere piccolezze che riempono lo spirito di un piacere/dolore atavico, quasi primordiale. Sapori umani senza, o quasi, la sua presenza. Sentirne il passaggio, comprenderlo dai segni che lascia in una comunità. Così da una sedia appoggiata al bordo di una strada statale, ad una via lunga e deserta che non aspetta altro che essere calpestata da pneumatici, ecco una finestra sulla provincia dove ancora si vedono i segni di ciò che sembra cristallizzato e senza età, capace di mutare ma allo stesso tempo immutabile.
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celeste,
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