UN UNA 1

L'opera prende spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto:una professoressa delle medie è stata condannata ad anni 1 di reclusione per aver fatto scrivere ad un suo alunno "io sono un deficiente" sul quaderno per 100 volte.
L'azione artistica consiste nel ripercorrere attraverso l'imitazione della scrittura del ragazzo l'esperienza umiliante dello stesso che sebbene in prima analisi possa sembrare meramente psicologica ha in realtà una forte componente "fisica" dovuta alla reiterazione ossessiva del gesto che si risolve in un procedimento puramente meccanico con nessuna valenza formativa, educativa e meno che mai "correttiva".
L’intervento con la biro rossa con la cancellazione di "un" per "una" è un riconoscimento a posteriori della sciocchezza compiuta o semplicemente la correzione del compito:1 è il voto o sono gli anni comminati all'imputato per "abuso dei mezzi di correzione".
La penna biro rossa lasciata aperta sul quaderno è un invito al fruitore dell’opera a lasciare egli stesso un proprio commento o una propria firma a margine come se l’opera diventasse un “libro firme” di un’ipotetica mostra.