E' una critica grottesca al mondo perduto dell'infanzia. Un bambino non è più visto come un mondo naturale ma come un giocattolo o un pezzo di carne che deve essere violentato. Violentato dalla famiglia in primis, dai media e da tutto ciò che di commerciale ci circonda. L’opera è però anche un grido d'aiuto per chi è rimasto infante… “Aiutiamoci a ritrovare il nostro bambino e aiutiamo i nostri bambini a rimanere tali finché è loro possibile.
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celeste,
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elisa
ciao
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