El sueño de la razòn produce muestras,La libertà
Non uso mai il tavolo.
Non l’ho mai fatto per schizzare e scrivere.
Mi sono sempre bastati il pavimento e una seggiola.
Forze il fatto di essere nella posizione più improbabile e rannicchiata sul foglio mi aiutava a ragionare.Quello che prediligevo era poter vedere le cose da un’altra prospettiva.Dal basso, capovolte e sottosopra, con una luce così debole che le ombre potevano proiettarsi e allungarsi a dismisura.Mi chiedevo perché gli oggetti avessero quel nome.Perché una seggiola si chiamasse così.
O perché non si nominava elefante, oppure sasso.
Mi “legavo” a testa in giù sulla seggiola con i piedi all'aria, era il modo per rimanere “sospesa”.Dopo slegavo le stringhe lasciando libera la mente di viaggiare senza costrizioni razionali.Vincevo la forza di gravità e la fantasia prendeva il sopravvento.Potevo immaginare ogni cosa nella stanza e allora iniziavo a volare.
Commenti 7
..bisogna sempre far volare l'immaginazione ��
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