io non ho mani che mi accarezzino il volto
suo tema (il tatto) non è lei, bensì sua madre. E inevitabili
ricordi d’infanzia. La mamma che (ci) accarezza la testa, passa la mano sui (nostri) capelli.
Toccare la testa. Forse perché è lì dentro che esistiamo per davvero, noi e gli altri. Però
vorremmo quel gesto amorevole e rassicurante anche sulla fronte, sugli occhi, sul naso, sulle
guance Quello stesso gesto. Per riaverla, quella carezza, copriamo per intero
il volto con i capelli, lo trasformiamo in una sorta di nuca anteriore pronta a ricevere il gesto.
Il “ritrarsi” implica una ritrosia, un nascondimento. Che, nelle intenzioni di Silvia Branchesi,
significa “entrare” nell’altro. Ecco perché accanto all’autoritratto c’è una treccia di capelli, la
treccia della mamma, di quando era pure lei bambina. Treccia che avrebbe dovuto raccogliere le carezze di
sua madre. (Massimo De Nardo)
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