ANIMALESSERE III

ANIMALESSERE III

Il pluralismo, sia indifferentemente esso di natura cromatica o concettuale, diventa paradossalmente il carattere fondante dell’insieme delle opere, sdoppiate anche nella loro lettura su due livelli di opposti.
Gli stessi quadri prefigurano la fusione di una dimensione naturalistica, un tracciato genetico in termini biologici, con una dimensione viceversa simbolica, interiore, il derivato dell’archetipo in immagine.

Figure di volti, così come animali; leoni, lupi, rapaci, dai colori talvolta lividi, sonori, freddi o incandescenti si stagliano su superfici vuote. In contrasto tra non-sense e forte carica interpretativa fondono la nuda oggettività con una tematica all'opposto religiosa, onirica, alchemica e patologica.

L’immagine di una natura istintiva e priva di significato si congiunge a “Ciò che è in alto” l’immaginario collettivo a tutti gli effetti, generando nuove forme estetiche.

In questa visione complementare l'osservatore viene perfettamente inserito nel mezzo, in bilico tra questo fascino eterno caratterizzato da immagini, concezioni, idee cicliche ed al tempo stesso considerato come temporaneo osservatore di una realtà fuggevole.

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