All'iperrealismo dell' Ecce Homo (2011), in cui la definizione delle forme è lenticolare, direi quasi al livello di una riproduzione fotografica, l'artista vi arriva dopo un percorso di scomposizione della figura che nelle opere precedenti, sconfina nell'astrattismo. Ne è prova questo dipinto, "L'origine della vita" (2009) in cui la figura femminile sulla sinistra, profondamente trasfigurata, è il punto di partenza della composizione che scorre fluidamente da sinistra verso destra. La parte più definita del corpo risulta essere il ventre, quasi a volerne sottolineare la sua valenza generatrice di vita, a cui allude anche il simbolo del cerchio ripetuto più volte. In questo senso dunque l'opera è una riflessione sul mistero dell'origine della vita, attraverso una meditazione sulla carne che si traduce in una variazione quasi monocromatica: dal candido rosa della pelle alla totale semplificazione del rosso sangue.
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celeste,
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