Filicudi - l'altro Volto
Eppure anche lì, tra collo e capelli, si rivela qualcosa di noi. Provate a osservare la nuca di un anziano, che magari ha lavorato per anni la terra o ha trascorso i suoi giorni in barca: assomiglierà a un fiume con le sue diramazioni, al carapace di una tartaruga, alla pelle di un coccodrillo.
Si osserva la nuca, ma si immagina un viso. Come vi invito a fare in questo lavoro realizzato a Filicudi, nelle Isole Eolie, dove mi sono trasferito. Estate a parte, ci vivono poco più di 200 abitanti. Le loro nuche (e i loro volti) sono segnati dai venti, dal sole, dal mare, dall’energia vulcanica che costantemente si sprigiona su questa “Paradisola”, così ribattezzata da Gilsbert, un tedesco che ci abita ormai da quarant’anni.
Ci vuole tempo per fotografare una nuca. Il tempo di conoscersi, di superare l'imbarazzo e la timidezza. Per scelta, non fotografo mai gli sconosciuti: mi sembrerebbe di violare la loro intimità. Per questo il mio lavoro continua. In quest'isola, senza tempo.
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