Run for your life!
In questo lavoro, l’autrice si vuole soffermare su quanto possano essere incisivi i segni della censura. Segni che arrivano a scalfire l’animo, attentano alla dignità umana, si imprimono nel profondo quasi a diventare parte del corpo. L’uomo, fatto di carne ed ossa, diventa cibo di tanto castigo. Divorato nella mente ed obbligato a sottostare ai sistemi che non approva, l’essere umano è schiavo dell’oppressione. La censura ne consuma l’anima risputandone il contenitore.
Nella sua sintesi, nasce un lavoro realizzato in off-camera, senza l’utilizzo della macchina fotografica, volutamente a rappresentare l’assolutezza della privazione anche nei mezzi.
Con una immagine si vuole riassumere, senza troppe intermediazioni, l’essenza del nostro tempo, dove spesso la censura più estrema non risparmia neppure vite umane.
La Cultura in tutte le sue forme, pur non essendone immune, diventa l’unico mezzo capace di contrastare e superare le infinite barriere della censura, per poter raggiungere la conoscenza, la verità e la libertà di espressione.
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