BrainCell è un lavoro ispirato dal dramma di Ibsen, GENGANGERE (trad. SPETTRI, 1881). E’ in scena il buio come lato oscuro della coscienza, nelle sue infinite contraddizioni. In un’installazione che ricorda le celle di isolamento, con le pareti tappezzate di cuscini, risuona insistente una voce femminile in un libero dialogo “con se stessa” come la registrazione di pensieri in un flusso di coscienza. Una video animazione sul soffitto ritrae un cervello nell’atto di deformarsi fino a disfarsi per poi ricomporsi di nuovo.
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celeste,
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