..........Nell’opera della Di Filippo interviene anche una matrice fortemente ludica. Il gioco e nient’altro che il gioco è la vera molla che innesca una serie di rimandi incrociati, sul piano simbolico, tra i dati percepiti e i contenuti del vissuto sedimentati nella memoria, tra questi e gli echi che emergono dall’inconscio profondo sotto forma di fantasie rimaste allo stato dormiente, o di sogni gelosamente occultati e coccolati alla stregua di quanto si fa con gli oggetti più cari che riponiamo in un cassetto segreto. Arte come gioco, dunque........(dal testo critico di Gianni De Mattia)