[...] Ewa Ceborska mediante la sapiente costruzione delle forme e dei volumi ci induce ad andare oltre la realtà fenomenica, lasciandoci intuire altre latitudini e dimensioni interiori. Per questo ci colpiscono le facciate mute dei palazzi lungo le strade abitate da segnaletiche invadenti, da lampioni e orologi simili a sentinelle o guardiani. Un’atmosfera immobile e rarefatta accompagna i nostri occhi al punto tale da essere trascinanti nel vortice di un mondo vero e nello stesso tempo irreale perché fatto di visioni e di ricordi, di attese e di speranze. Vige il tempo della sospensione e del rapimento, di una dimensione volta a superare l’esperienza puramente fisica [...] Lorena Gava Critico d'arte