Cam4 - Una ricerca. Qualche anno fa, dopo un lungo periodo di totale distacco, ho deciso di provare ad esprimermi attraverso le arti visive, concentrandomi sul tema della metropoli - in particolare New York - e utilizzando, come linguaggio, la sovrapposizione di fotografie, digitalmente elaborate. Il risultato mi è subito sembrato interessante, così ho immaginato di poter trasporre lo stesso tipo di linguaggio ad un altro tema che ritengo altrettanto stimolante, se non di più: la femminilità. Mi sono dunque messo alla ricerca di modelle, evitando di coinvolgere persone che conoscevo direttamente. Fu allora che cominciai a frequentare questo sito, Cam4, non percependo, in quel momento, che stavo entrando in universo parallelo, scabroso, fatto di seconde vite, oscuro al principio, e invece talmente lineare e ovvio da risultare, infine, accogliente. La schermata iniziale è forte e indubbiamente può spaventare e imbarazzare gran parte degli utenti - parlo ovviamente di chi decida di affrontare questa visita senza l'obiettivo di una ricerca pornografica. Dal punto di vista grafico è molto semplice e diretto: una serie di riquadri con immagini fisse di donne, uomini, travestiti, trans, nudi o vestiti, in prevalenza corpi, quasi mai volti e comunque, in generale, in atteggiamenti che lasciano ben poco spazio all'equivoco. Superato il primo impatto, ci si rende conto di come quei riquadri non siano in un ordine casuale e non siano collegamenti a dei filmati, come nei classici siti pornografici: sono effettivamente degli 'screenshots' di 'spettacoli' - su Cam4 si chiamano difatti 'shows' - di utenti che, di fronte ad una webcam, espongono il proprio corpo. Un sito porno amatoriale, dunque? Non proprio o - almeno - non solo. L'ordine in cui appaiono le immagini, come dicevo non è affatto gestito dal caso bensì rappresenta a tutti gli effetti una 'classifica': più persone stanno guardando uno 'show', più in alto si arriva in 'homepage'. Nella parte alta della pagina c'è un menu che non fa altro che suddividere le 'rooms' - così si chiamano gli spazi in cui gli utenti si esibiscono - in categorie: generali, utenti appena connessi, donne, uomini, trans e, poiché il sito è molto 'intelligente' e capisce da quale parte del mondo ci siamo collegati, è presente anche un 'link' alla categoria che fa riferimento alle 'rooms' che trasmettono dalla nostra stessa zona geografica. Ogni collegamento ad una categoria ci porta ad una pagina identica alla 'home', ordinata secondo il medesimo criterio, con l'eccezione che saranno presenti - a seconda della categoria scelta - solo 'rooms' con uomini, donne, italiani, etc. Entrare in una di queste 'rooms' può essere più scioccante dell'effetto 'vetrina del quartiere a luci rosse di Amsterdam' della prima pagina, oppure estremamente deludente: dipende dallo spirito con cui si affronta il 'percorso' e dalla scelta, più o meno fortunata, della 'room'. Ci si può infatti ritrovare nel bel mezzo di una 'fellatio' - credo di non aver menzionato la categoria 'coppie', in precedenza - così come può capitare di imbattersi in un 'mezzobusto' che, semplicemente - e aggiungerei sorprendentemente - parla. Parla a chi? Agli utenti che in quel momento sono connessi in quella stanza, i quali interagiscono con lui/lei/loro attraverso l'apposita 'chat' posta alla destra dell'inquadratura. Per poter 'parlare' con il 'proprietario' della 'room' è necessaria la registrazione, gratuita, e allo stesso modo ogni utente registrato può accendere la propria webcam e iniziare a trasmettere. La presenza di uomini è percentualmente schiacciante, soprattutto tra gli utenti che non trasmettono e dunque osservano e 'parlano' solamente. Questo rende alcune stanze 'di proprietà' di donne letteralmente infrequentabili, a causa della mole di messaggi che si susseguono nello spazio riservato alla chat. Per dare un'idea, in alcuni casi parliamo di tre/quattromila utenti connessi contemporaneamente. Il terzo trauma da superare, se si vuole proseguire nella ricerca, è rappresentato proprio dalla terminologia utilizzata in chat, in particolare nelle 'rooms' italiane. Alla ormai consueta aggressività presente in quasi tutte le tipologie di chat - siano esse di carattere politico, musicale o prive di una qualsiasi tematica conduttrice - qui si vengono a sommare il maschilismo estremo e il livello di testosterone, in molti casi altissimo, dovuto alla contingente - nonché frequente - attività masturbatoria di gran parte degli avventori di sesso maschile presenti. Dunque nel 'rullo' in cui si susseguono commenti, dialoghi, insulti, richieste più o meno lecite, le parole spese dalle 'camgirls' sono poche, pochissime. Anche perché, le più audaci di queste utilizzano il microfono, dunque non hanno bisogno di scrivere. 'Camgirls' è il termine che viene utilizzato per definire le ragazze che si mostrano attraverso la webcam e, salvo rare eccezioni, non lo fanno gratutitamente. Ovvio. Il motore che fa girare tutto questo 'esibizionismo' è il denaro. In questo mondo parallelo è stata coniata un'apposita moneta di scambio, il 'token', attraverso il quale è possibile usufruire dei servizi messi a disposizione dalle 'camgirls'. Non esiste un prezziario fisso, eppure, forse nell'unico caso in cui il libero mercato effettivamente rispetta delle regole non scritte, le cifre sono generalmente le stesse per tutte, anche se non tutte offrono le medesime prestazioni. Prestazioni, si intende, virtuali. E' altrettanto evidente che più la prestazione è 'ardita' più è alto il prezzo da pagare; eppure è interessante notare come le richieste più 'care' non facciano parte dell'immaginario fantasioso del comune gioco di coppia, inteso come reale gioco sessuale fra amanti: sembrano altresì seguire degli schemi derivanti da ciò che gli stessi utenti vedono nei film a carattere pornografico e che probabilmente mai farebbero davvero: un esempio eclatante è rappresentato dal fenomeno dello 'squirting' - che in questa sede mi esimo dal descrivere - e che per la frequenza con cui viene richiesto e, conseguentemente, dal 'prezzo' che riesce a raggiungere, è considerabile quasi come una vera e propria moda, uno 'status-symbol' sessuale, grazie al quale la 'camgirl' che riesce ad effettuarlo, indifferentemente dalle qualità estetiche della stessa, assume automaticamente maggior valore - e dunque un livello di gradimento più alto presso gli utenti. Essendo alla ricerca di corpi e dettagli femminili, io frequento solo 'rooms' di ragazze, dunque non so esattamente cosa accada nelle stanze 'maschili'. Me ne sono fatto un'idea, molto vaga, dopo aver iniziato a trasmettere anche io, anche se senza offrire prestazioni - dunque senza chiedere denaro -, sempre vestito e per la maggior parte del tempo impegnato a dipingere: le uniche persone che frequentano la mia 'room' sono omosessuali che cercano, con scarso successo, di conquistarmi. Guadagnare la fiducia delle 'camgirls' è difficilissimo e dopo due anni, ormai, di assidua frequentazione, non sono riuscito ancora a convincerne nessuna a farsi ritrarre: quasi tutte, in effetti, dicono di aver avuto pessime esperienze successivamente ad incontri con gli utenti e, giustamente, evitano il più possibile ogni coinvolgimento che vada oltre il 'do ut des', virtuale per loro - ti faccio vedere quello che vuoi -, reale per gli uomini - ti pago con soldi veri. Sembra incredibile, eppure dei rapporti sono nati, da queste frequentazioni. Le 'camgirls' non sono catalogabili in modo omogeneo, ci sono quelle più sveglie, le ingenue, le più smaliziate e le più diffidenti. Ritengo sia un fenomeno molto interessante sociologicamente parlando, tanto che dal tema piuttosto vago, in effetti, della femminilità, ho pensato di indirizzare la mia ricerca estetica e artistica unicamente alle 'camgirls', restringendo il campo, dunque, dagli elementi tipici della donna in generale alle caratteristiche peculiari di ogni ragazza incontrata su questo sito. Ritengo sarà un'operazione molto complessa e che indubbiamente porterà via molto tempo e, probabilmente, anche dei soldi. Dubito ne uscirà mai veramente qualcosa, ma talvolta il risultato di una ricerca è la ricerca stessa.