lorenzoArs
Artista, Firenze, Italia, iscritto 12 anni fa
LUX INFORMAE by Laura Capuozzo (critico d'arte)
La luce è energia pura, ma diventa forma quando incontra la materia.
Una mostra dedicata alla Luce che dà forma alla materia, nell'Anno Internazionale dell'energia luminosa.
L’evento espositivo è, infatti, un evento ufficiale di UNESCO - International Year of Light and Light-based Technologies (IYL 2015). lorenzoArs, artista poliedrico abruzzese di origine ma con un percorso artistico internazionale, immerge lo spettatore nel mistero dello spazio vuoto, attraversato e plasmato dalla Luce, e nei segreti formali delle sue zone d'ombra.
LUX INFORMAE, Mostra a Firenze, dal 28 novembre al 23 dicembre 2015, vede protagonista un percorso espositivo che è soprattutto un processo aperto e dinamico in grado di evidenziare la fluidità della sperimentazione creativa, superando i concetti di staticità e immobilità che spesso si accompagnano all'idea della fotografia da “collezione”.
LUX INFORMAE
by Franco Torriani
La fotografia ci permise di sfuggire alla nostra immagine allo specchio, probabile, almeno con uno sguardo
storico, che sia condivisibile quella tesi che la considera la prima tecnica moderna con cui fissammo i nostri corpi in trasformazione continua. Nei suoi rapporti, ondeggianti e talvolta inestricabili con le pratiche artistiche, ad essa è applicabile, credo, quell'avvertimento che - per l'arte- aveva lanciato Mondrian negli anni del De Stijl, ovvero che l'arte deve limitarsi a esplicare le relazioni che costituiscono la realtà, insomma, a "non riprodurre".
In un percorso che, per l'occasione coinvolge tecniche e supporti diversi, ma dove la fotografia è lo strumento d'elezione, Lorenzo presenta una riflessione e una produzione basata, fra altri, su tre elementi portanti: luce, forma, materia.
Equilibrio complesso fra il desiderio di dare forma alla luce e, come in una dichiarazione d'intenti, far emergere la forma attraverso l'uso della luce. Forma che emerge, secondo l'artista, da una mescolanza fra specie umana e natura, fra il dentro e il fuori, tra fisicità e spiritualità.
Le sue fotografie analogiche, le gelatine, gli interventi diretti su stampe polaroid sono sia una presentazione del corpo che una riflessione sul corpo e sull'identità del soggetto.
Quando si parla di questioni di identità e ridefinizione del corpo, seguendo Paul Ricoeur si può parlare di un "percorso dell'identità" legato all'azione del riconoscere (identificare) "qualcosa". E' dunque la rottura di una concezione del mondo come rappresentazione e Ricoeur cita Lévinas e le sue "rovine della rappresentazione" (Paul Ricoeur, in Parcours de la reconnaissance).
Questo percorso è altresì una ricerca identitaria: "il percorso dell'identità nei suoi scarti".
A mia sensazione, vi è associabile, parafrasando Merleau-Ponty, un rapporto fra corpo e mondo, inteso quest'ultimo come una stoffa stessa del corpo... (Le monde est l'étoffe me^me du corps).
Un corpo ibrido che, come si presenta in queste opere, o meglio nel loro snodarsi in sequenza programmata, è un ibrido di commistioni che vanno dalle culture, all'identità, alle tecniche. Un corpo che non è ne interamente naturale, né interamente culturale (Bernard Andrieu, in Les avatars du corps). Un corpo che, nelle sue immersioni continue - qui l'artista ne propone alcune...- non riesce necessariamente, ancora Andrieu, a controllare del tutto la dualità di cui è composta la sua unità corporea.
Con la forma il corpo emerge dal buio (dal vuoto? concetto complesso...) ed è il corpo stesso a incarnare la forma....Che cosa emerge, nel corpo soggetto per effetto dell'immersione, in un ambiente di luce?
Esiste un aspetto poetico in tutto questo? Forse innumerevoli e contrastanti fra loro; bella la sintesi che ne fece Seurat, affermando che chi vedeva poesia in quello che lui faceva, non si rendeva conto che egli si limitava a applicare il suo metodo (…"ils voient de la poésie, dans ce que je fais.Non, j'applique ma méthode et c'est tout).
Un ricerca e applicazione di tecnica fotografica, quella di Lorenzo, impregnata da un rapporto sperimentale e produttivo con i nuovi media, così come li chiamiamo per definizione, dove il soggetto si colloca via via in un fermo immagine, sospeso per natura, in un processo di esperienza e di conoscenza, di costruzione di senso e di percezione del reale. Le pratiche artistiche, anche quelle più promiscue con altre discipline, tendono a modellare la vita. Lo fanno, a mio modo di sentire, anche le scienze, ma questa è un'altra prospettiva dall'attuale.
Nell'insieme, meglio dire nella complessità, credo ci si possa sempre riferire, senza esagerare nella riflessione filosofica d'altri tempi, a quella che Cassirer indicava come una trasformazione simbolica dell'esperienza.
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