Opere realizzate dal 2005 ad oggi caratterizzate dall'utilizzo del non colore, varie sfumature di grigi, di bistro, di bianco e nero puro. La tecnica si ispira alle sperimentazioni fotografiche di Man Ray (alle Rayografie) ma con la differenza pittorica di utilizzare la materia (la polvere) e non la luce (impressione fotografica) per ottenere le immagini. Le opere nascono da depositi di polvere di colore, caduto, appoggiato o soffiato su una superficie. Come il pulviscolo atmosferico che cade leggero e costante sulle cose e ne scandisce il tempo. Come le ceneri ancora calde che portano con se la vita volatilizzandola. Come la sabbia del deserto che viaggia e riposa tra interstizi invisibili di architetture gravitazionali. Come i detriti che dopo un’esplosione si depositano sull’innocenza fossilizzandola. Come le impronte su una coltre di neve morbida e bianca. Vi è anche un legame con il reperto e il ritrovamento ma immaginario. Nelle opere viene plasmato una certa quantità di calore con una certa quantità di gelo. Ovvero proiettato sulla tenebra del non essere l’intensità luminosa e spietata dell’essere.