"È uno studio sul nudo femminile. Il titolo, Corpus Dominae, da un certo punto di vista è una provocazione legata al sacro “Corpo di Christo” contrapponendo maschile vs femminile, sottolineando la sacralità di un corpo che riesce fisicamente e concretamente a creare la vita nella sua forma più terrena ed autentica. L'intenzione quindi di trasporre la visione della sacralità cristiano-religiosa da uomo a donna, nonostante essa sia presente nella venerazione dell'iconografia “mariana” e nel suo conseguente culto, facendo riferimento tuttavia ad una sacralità che scende dall'altare e tocca terra, identificandosi con il ventre di ogni umana donna, e di ogni sua umana fatica e ma anche gioiosa fertilità. La donna qui ritratta quindi è una donna di tutti i giorni, che appare delicata e vera nella sua semplicità, spogliata da vanità e canoni attribuiti ed imposti generalmente da media e società e trasmessi nel pensar comune. La fotografia ne restituisce un corpo “autentico” ( parola che forse meno di tutte riesce a descrivere il medium fotografico che perde la sua autenticità attraverso la riproducibilità tecnica, però abbastanza chiara per descrivere le immagini) quasi palpabile perchè “corposo”, delicato e caldo nelle sue anse e nella voluttà delle sue pieghe, lontano dagli studi classici dei corpi scultorei impegnati a decifrare estetica e bellezza condivisa, ma vicino a quanto di più naturale e spontaneo possa esserci. Un corpo accogliente e prepotentemente presente a confermare ed imporre tutta la sua essenza ed esistenza, per dichiarare il suo diritto ad essere visto, valutato e considerato hic et nunc nel suo semplice apparire." Giulia Pesarin