La finestra è quell’elemento architettonico che divide lo spazio interno di una stanza, l’anello di congiunzione tra la sfera privata e la sfera pubblica, ma anche simbolo di speranza e di fuga, rispetto a una realtà che è diventata stretta e claustrofobica. Il giorno, il vetro della finestra che incontra la luce del sole ha un effetto riflettente, nascondendo gli interni delle abitazioni a cui sono annesse. Durante la notte la situazione è invertita: la luce naturale si spegne e si accendono quelle delle case, l’edificio privato ora è visibile pienamente dall’esterno come diventa visibile il nostro io, le maschere si levano. Dell’interno dello spazio privato, la luce generata dalla lampadina si riflette nei vetri, rendendo invisibile l’esterno, ma riflettendo l’interno, permettendo all’osservatore esterno di invadere a piedi pari lo spazio privato di case o centri di aggregazione, un acquario pieno di esistenze separate. Ma, il vetro ci intrappola all’interno degli edifici, perché andiamo continuamente a sbattere contro la nostra immagine riflessa, e siamo incapaci e impossibilitati a fuggire da questa privazione di libertà; di scappare da noi stessi.