Il suo linguaggio pittorico mostra tangenze con i padri della Pop Art, il segno espressionista e lo spirito Dada, che lo porta spesso a elaborare giochi di parole ed a cercare contaminazioni con altre discipline artistiche (per esempio molti titoli delle sue opere richiamano testi di canzoni, libri o da film). Negli ultimi anni sta sperimentando la scultura e le installazioni, accentuando la vena relazionale insita nella sua concezione dell’arte: ama definirsi “artista popolare” e coinvolgere gli spettatori attraverso il gioco e l’umorismo. I supporti delle sue opere pittoriche variano da quelli più tradizionali, come tela e tavola, ai meno usuali, come giornali, carta da pacchi e, negli ultimi anni, materiale pubblicitario, come locandine, poster, manifesti recuperati dalla strada. In questi ultimi lavori, in particolare, l’artista denuncia un’attenzione per la natura squisitamente espressiva del materiale, costituito da una superficie già dotata di una carica estetica e comunicativa, su cui l’intervento pittorico si sovrappone solo parzialmente lasciando intravedere degli elementi di partenza.Inoltre nella scelta del singolo manifesto e nella difficoltà del suo recupero entra in gioco una componente dadaista legata al caso ed all’immanenza dell’opera, nonché all’hic et nunc della sua realizzazione. Opere realizzate qui e ora, perché su quei manifesti , su quelle locandine e su quei poster l’occhio dell’artista si è posato. Qui e ora, altrove non sarebbe possibile o sarebbe stato possibile ma in maniera del tutto diversa , legato mai come questa volta al luogo in cui l’artista opera. Susanna Crispino