Il ciclo di stampe qui presentato nasce dalla lettura delle lettere di Plinio il giovane, testimonianze uniche dell'eruzione del 79 d.C., esse esprimono le suggestioni ricevute, lo smarrimento e il terrore vissuti dalla popolazione in quei momenti descrivendoli in chiave simbolica, metafore della decadenza della società contemporanea. Stralci isolati delle lettere diventano materia creativa per nuove immagini, nuove narrazioni, è la memoria storica degli avvenimenti del passato che viene rimessa in luce e attualizzata. Il vulcano, presenza incombente e minacciosa, assurge a simbolo distruzione ma allo stesso tempo di purificazione e catarsi, espressione della natura che tutto distrugge per poi nuovamente creare e rigenerare l'esistente. Le tecniche utilizzate, acquaforte e acquatinta, permettono di enfatizzare al meglio l'energia distruttiva dell'elemento naturale, la tensione muscolare dei corpi, la drammaticità dell'azione attraverso la creazione di contrasti e segni netti. Le figure sono spesso occultate da una fitta maglia di segni sovrapposti che rappresentano i fenomeni tipici dell'eruzione come le piogge di ceneri e lapilli descritte da Plinio ma allo stesso tempo avvicinano le immagini agli affreschi sbiaditi ed erosi dal tempo di Pompei.