“… che ne è oggi del genere o della modalità artistica del ritratto? Tale questione implica da una parte il carattere antico, tradizionale del ritratto nella storia dell’arte occidentale – e di conseguenza la questione di un divenire con le sue trasformazioni, rotture, ragioni e sorprese.” La citazione è tratta da un libro fondamentale sull’arte del ritratto (Il ritratto e il suo sguardo) pubblicato nel 2000 da Jean-Luc Nancy, fra i più noti filosofi contemporanei del pensiero post-decostruzionista. Una cosa è certa: se un tempo il ritratto era appannaggio dei nobili, dell’alto clero e dei più facoltosi fra i borghesi, oggi s’è democratizzato: il digital painting permette di semplificare l’interminabile processo di preparazione, una bella foto di partenza risparmia lunghe sedute davanti al cavalletto… mentre l’abilità dell’artista, proprio com’è sempre stato nei secoli, conferisce a ogni ritratto ben eseguito caratteristiche d’unicità che ne fanno un’opera d’arte impareggiabile. E i ritratti di Tommasi – che rivelano il proprio rigore tecnico al primo sguardo – già al secondo fanno capire d’avere anche un’anima…